Storia - Vittorio Pozzo torna a Ponderano - I AM CALCIO BIELLA


Storia - Vittorio Pozzo torna a Ponderano

Numerosi i cimeli esposti nel museo
Numerosi i cimeli esposti nel museo
BiellaFocus

«Non so se a Vittorio Pozzo sarebbe piaciuto questo museo, era così scontroso. Ma voi che avete questa fortuna, coccolatevelo», è un fiume di ricordi Giampaolo Ormezzano, ospite d’onore alla conferenza di apertura del Museo dedicato al commissario tecnico.

Vittorio Pozzo nasce a Torino il 2 marzo 1886 da una famiglia di origini biellesi, precisamente di Ponderano, e di modeste condizioni economiche. Completati gli studi, entra nella Pirelli dove diviene dirigente, aderendo nel frattempo con grande entusiasmo alla fondazione del Torino Football Club prima e della Figc, poi.

La storia del calcio italiano deve molto a Vittorio Pozzo, commissario tecnico della Nazionale Italiana negli anni trenta e quaranta del secolo scorso, nonché unico allenatore capace di vincere il “triplete” vincendo il campionato del mondo nel 1934 e nel 1938 e le Olimpiadi di Berlino del 1936.

Infiniti ed assai profondi gli aneddoti raccontati dai presenti durante la conferenza svoltasi a Ponderano: dal viaggio in Giappone da inviati per raccontare le Olimpiadi, alla bottiglia di Chianti regalata da Vittorio per festeggiare il compleanno di un giovane Ormezzano concludendo con il forte legame che univa Pozzo e gli alpini di Ponderano.

Commovente il ricordo del Grande Torino. L'aereo stava riportando a casa il Torino da Lisbona, dove aveva disputato un incontro amichevole con il Benfica, organizzato per aiutare, con l'incasso, il capitano della squadra lusitana Francisco Ferreira, in difficoltà economiche. Sull’aeromobile, però, possono salirci sono in trentuno e Vittorio Pozzo visto il recente avvicendamento sulla panchina della Nazionale e le incomprensioni che erano nate tra lui e Novo, sull’aereo non salì ed il suo posto venne prenotato da Luigi Cavallera. Le ultime parole che si sentono dire dal Fiat sono “Siamo a 2000 metri, tagliamo su Superga” ma l’altimetro è impazzito, segna duemila metri ma in realtà l’aereo sta volando a circa quattrocento e si schianta contro il bastione della Basilica di Superga. In centinaia provarono a salire sul colle e qualcuno riuscì anche ad avvicinarsi alla carlinga dell’aereo per cercare di riconoscere i giocatori, qualcuno disse chiaramente “Quello è Ballarin” ma una voce forte e facilmente riconoscibile alle sue spalle disse: “No, quello è Castigliano”, era Vittorio Pozzo che ovviamente al colle era salito, perché avrà anche rotto con Novo ma quelli erano i suoi giocatori e gli aveva visti giocare al Filadelfia centinaia di volte. Grande dolore per Pozzo, quando con coraggio, ma anche in uno struggimento simile a quello di un padre addolorato, è chiamato a riconoscerne i corpi.

Pozzo continuerà a fare il giornalista per il quotidiano torinese e parteciperà alla creazione del Centro Tecnico Federale di Coverciano.

Dopo la morte, è oggetto di una damnatio memoriae culminata nel ’90, anno dei Mondiali in Italia, con la mancata intitolazione dello stadio “Delle Alpi” di Torino a suo nome.

Vittorio Pozzo se n’è andato nel silenzio generale, riposa nella tomba di famiglia nel cimitero di Ponderano e la sua lapide recita:

“Vive nel futuro. Dove l’azzurro delle maglie diventa l’azzurro dei cieli”.

Il Museo Vittorio Pozzo sarà aperto al pubblico a partire dal 1° Maggio presso l’Impianto Sportivo Vittorio Pozzo di Ponderano (BI).

Tel : 015-541224 da Lunedì a Sabato 9:00 – 11:00. www.museovittoriopozzo.it

Riccardo Leardi